Se non ti senti padrone della Gestione Tecnica del Tuo Fitness Club è perché nessuno te lo ha insegnato.

Posso capire come ti senti, ho dovuto affrontare personalmente ognuno dei 7 principali errori nella gestione di un Reparto Tecnico

Questo il motivo che mi ha spinto a scrivere questo articolo e che ha motivato il mio percorso nel corso degli ultimi 15 anni.

Cambiare è possibile, pensa a tutti i vantaggi che potrai ottenere una volta evitati questi 7 “errori” ed il vantaggio intrinseco che riceveranno tutti i tuoi clienti.

Infatti leggere questo articolo ti permetterà di iniziare a cambiare la Tua vita come Imprenditore e quella del Tuo Club, riappropriandoti definitivamente di un’area fondamentale del Tuo Business e perché no … del Tuo tempo.

Prima di addentrarci nel cuore dei 7 errori che tolgono energia e linfa vitale al Tuo club voglio dettare alcune regole:

  • Non sarà per Te possibile se ragioni come hai probabilmente sempre ragionato, senza conoscere le strategie della gestione di un reparto Tecnico 

  • Se ragioni – indipendentemente dal tuo livello di studi o quanti master hai frequentato – come farebbe un istruttore o come opererebbe la classe media dei Manager del fitness italiano

  • E’ alla Tua portata invece se inizi a cambiare modo di approcciare al problema, se capisci come funziona la gestione di un reparto tecnico e inizi a comportarti seguendo le strategie che ti spiegherò

Ho aiutato a rinnovare radicalmente visione e vita operativa a centinaia di studenti, ma soprattutto, dopo aver frequentato i miei corsi, sono diventati liberi dai propri istruttori e finanziariamente soddisfatti nel giro di pochi mesi.

Questo è solo uno dei motivi che mi fa pensare che puoi riuscirci anche tu. 

Anche tu puoi imparare le strategie della gestione del reparto Tecnico e diventare finanziariamente libero. 

Per raggiungere la Libertà Finanziaria e riappropriarti della gestione del Tuo reparto Tecnico devi imparare cose che oggi con molta probabilità potresti non sapere e metterle in pratica. 

La Gestione del Reparto Tecnico è una materia come un’altra: si studia e si impara. 

Si impara a cambiare il modo di pensare, si imparano le tecniche per creare azioni funzionali agli obiettivi principali, quelle per fidelizzare i clienti, e quelle per moltiplicarli.

Non sono cose che erediti geneticamente.

La stragrande maggioranza dei Manager non ha nessuno che gli insegni nulla sulla gestione Tecnica e sulla crescita delle performance del Team.

Non la scuola, non l’Università, e nemmeno i corsi di formazione per tecnici.

Sono informazioni un po’ nascoste, accessibili solo a chi possiede la mappa del tesoro. 

Il sistema gestionale di un reparto Tecnico nel Fitness ha bisogno di istruttori e assistenti tecnici.  

Se vuoi restare un istruttore o un assistente, non leggere oltre. 

Sai già tutto quello che ti serve sulla gestione di un reparto tecnico, cioè niente.

Ma se vuoi raggiungere la completa libertà di gestione, se credi di meritare questa libertà – e io credo che tu la meriti – allora inizia a studiare. 

Da oggi. 

Perché ci sono 7 errori che commetti nella gestione del Reparto Tecnico e continuare su questa strada non farà altro che peggiorare il tuo stile di vita. 

Tutto questo ti porterà a lavorare sempre di più per guadagnare forse sempre lo stesso.

Iniziamo a vedere uno per uno i 7 principali errori.

ERRORE 1: SEGUIRE LE SCELTE DEI TUOI CONCORRENTI

La maggior parte dei titolari scelgono il Servizio Tecnico dopo aver visto come si comporta la concorrenza. 

Di per se, se ci fosse una strategia per posizionarsi, differenziarsi per rendere “unico” il servizio tecnico non sarebbe neanche una cattiva idea.

Il risultato è che il servizio scelto il più delle volte tende ad essere una media tra la palestra più figa e quella meno, oppure molto simile alle altre.

Realizza un progetto Tecnico che preveda qualcosa di completamente differente, con un pricing diverso. 

Il Tuo scopo dev’essere in primis quello di non essere messo sullo stesso livello di percezione e valutazione delle altre palestre.

Essere “Differente” sarà parte integrante della tua offerta Unica.

Un servizio Tecnico più utile al tuo target, il più esclusivo, “impacchettato” in maniera da esser completamente differente dai tuoi competitor.

Prevedi una Consulenza Tecnica per personalizzare veramente i Tuoi percorsi di allenamento, nuove modalità di allenamento, includi servizi o peculiarità che nessun tuo competitor propone.

La garanzia di un iter di assistenza tecnica e motivazionale per i tuoi iscritti a prova di bomba, rendi il tuo servizio il più esclusivo in assoluto, mirando ad un’Experience capace di cambiare la vita dei tuoi clienti oggi ed in ogni ambito… e potrei continuare per ore.

ERRORE N.2: ADOTTARE UNO STILE DI COMANDO INADEGUATO

Al manager spetta il compito di organizzare gli istruttori impartendo compiti e funzioni a seconda delle necessità del Club. 

A sua volta ogni funzione viene attribuita sulla base degli skills e delle competenze di ciascun collaboratore, analizzate in fase di reclutamento e durante le attività di “On boarding”. 

Posto che lo stile autoritario spesse volte incute paura e limita la capacità di espressione, mentre quello permissivo lascia troppa libertà portando all’anarchia, lo stile democratico permette un’interazione completa fra manager e personale con una comunicazione volta alla continua ricerca delle soluzioni migliori. 

Sia ben chiaro, a ciascuno il suo compito ma le decisioni strategiche devono essere il frutto di un’analisi dettagliata proveniente non solo da chi siede in regia, quanto invece dal risultato di un’azione continua di feedback che, giorno dopo giorno, permetterà a chi è a diretto contatto con l’attività del Club di migliorare le scelte in termini di servizi offerti ed experience percepita.

Impegno, responsabilità e coinvolgimento in uno stile autoritario così come in uno permissivo tendono a fallire. 

Devi riuscire a creare i giusti presupposti per una leadership basata sull’apprezzamento delle qualità del singolo così come del team nella sua interezza, generando la giusta alchimia tra l’ascolto attivo dei singoli e la stesura di piani d’azione coinvolgenti volti al miglioramento dei processi. 

ERRORE N. 3: ISTRUTTORE TRA GLI ISTRUTTORI

Dimmi quali istruttori hai e ti dirò quanto guadagni. 

Sembra crudele, eppure è un elemento psicologico fondamentale. 

Il punto è questo: difficilmente avrai una situazione finanziaria molto diversa da quella dei componenti del tuo gruppo di istruttori. 

Parenti, amici, conoscenti e colleghi di lavoro rappresentano il tuo gruppo dei pari: sono le persone che frequenti.

I tuoi istruttori non possono essere nel tuo gruppo di pari, in sostanza non sono tuoi “colleghi” anche se fanno parte dello stesso sistema.

E’ molto difficile modificare la propria situazione finanziaria, quando i tuoi istruttori non sono all’altezza dei tuoi obiettivi. 

Gli istruttori che ti circondano hanno una grande forza su di Te e corri il serio rischio di lasciar perdere i tuoi obiettivi per uniformarti al gruppo. 

La psicologia umana ricerca la propria sicurezza nel gruppo di appartenenza, a nessuno piace sentirsi una mosca bianca. 

Potresti chiedermi: “Ehi Max ma qual è il problema?

Ed io potrei risponderti: “Non sei abbastanza forte da superare le influenze del Team che Tu stesso hai scelto?” 

La risposta sembra essere no.

Uno studio ha evidenziato come le persone tendano a orbitare per interessi, abitudini, lavoro, nell’area degli altri componenti del loro gruppo dei pari. 

Ecco perché nella norma, operai stanno con operai, agenti di borsa con agenti di borsa, pubblicitari con pubblicitari, bancari con bancari, giocatori di calcio con giocatori di calcio. 

E istruttori con istruttori. 

Questo porta ad una conseguenza; non guadagnerai in modo diverso – per modalità e cifre – da quello del tuo gruppo di istruttori.

Devi uscire dal gruppo di pari degli istruttori e raggiungere un grado di competenze differente, ragionare e comportarti come un Manager o un Imprenditore.

ERRORE N. 4: NON AVERE UN FORMAT E NON AVERE OBIETTIVI SPECIFICI

La Motivazione arriva dal sapere, ed il sapere è Potere. 

Nel mio lavoro di coach vedo molto spesso persone motivate, che vogliono cambiare la loro vita e diventare libere, migliori. 

Eppure nonostante il loro impegno, la loro situazione personale non cambiano per niente. 

Perché? 

Perché diventare persone differenti non è un obiettivo. E’ un desiderio.

Gli obiettivi sono i piani che trasformano i desideri in realtà.

La maggior parte dei Manager che mi raccontano dei loro problemi di gestione tecnica non hanno Obiettivi specifici. 

E non l’hanno mai impostati prima. 

Ecco perché hanno problemi di Fidelizzazione. 

Puoi immaginare da solo cosa significhi per il tuo Club non avere chiari obiettivi da perseguire e non indurre il Team del reparto tecnico ad eseguire azioni che mirano a risultati specifici. 

L’Immobilismo la passività  – aspettare che accadono le cose piuttosto che determinarle – e l’anarchia sono tra le conseguenze migliori che potrebbero capitarti. 

Il problema degli Obiettivi Specifici va visto allontanandosi leggermente dal punto di osservazione. 

La verità è che spesso non esistono obiettivi perché non esiste un Format, non esistono processi, non esiste un Iter definito con il quale ogni elemento del reparto tecnico prende in carico una parte del lavoro da svolgere. 

Per esperienza, posso dirti che ci sono due tipi di Obiettivi: Obiettivi Generali e Obiettivi Specifici.

A cosa porta questa osservazione?

Due immediati vantaggi:

  1. Se stai buttando via soldi con spese superflue dedicate ad ore ed ore di assistenza tecnica in sala verranno facilmente eliminate
  2. Gli Obiettivi generali sono Obiettivi per restare poveri

Pazzesco non trovi? 

Realizzare degli obiettivi generali, impegnarsi a raggiungerli eppure essere sempre ad un “palmo da”. 

Una sensazione bruttissima, frustrante, la sindrome della terza settimana del mese dove se non ce la fai a compiere tutte le azioni, devi fare di più!

Più chiaro ora? 

Quando i Manager in primis si abituano a ragionare in termini di Obiettivi specifici, e trasmettono questo “Mindset” al proprio Team le cose cambiano.

I Manager che impostano Obiettivi generali non li raggiungono non perché sono mediocri – magari anche in certi casi -, ma perché non aiutano il Team ed ogni singolo elemento ad andare oltre la propria area comfort. 

Non riescono ad ottenere due leve fondamentali quando si gestisce un Team di lavoro: 

  1. Impegno verso il Team
  2. Responsabilità verso l’obiettivo 

In sostanza fanno troppo poco.

Non si rendono conto del problema e cercano di “fare l’indispensabile”, utilizzando solo un plotone della propria armata, rinunciando al potere del coinvolgimento, vivendo una gestione fatta di rinunce e povertà.

  • Se il problema sono alcuni istruttori si elimineranno praticamente da soli. Quella che io definisco auto esclusione dal progetto. 

  • E se il problema sono il numero di azioni troppo basse, allora capirai che devi fare qualcosa. 

Non, risparmio sul compenso degli istruttori, ma, ”ora studio come posso guadagnare di più migliorando le performance del Mio Team”.

Non è spendendo meno che si risolve il problema. 

Bisogna seguire la regola d’oro: Obiettivi Chiari e Specifici. 

Ovvero crea Obiettivi specifici e dai responsabilità specifiche ad ogni elemento del tuo Team.

ERRORE N. 5 – NON INVESTIRE SULLA FORMAZIONE DEL PERSONALE

Gli investimenti di un Club spesso si rivolgono alla ricerca di nuove attrezzature o di servizi innovativi da portare alla propria clientela, in maniera tale da mantenere alta la competitività. 

Poca attenzione viene invece prestata alla necessità di riqualificare il personale attraverso investimenti che possano favorire la progressione delle carriere fra chi già lavora per il Club. 

La riqualificazione può avvenire con corsi di aggiornamento, attività poliedriche finalizzate ad offrire opportunità differenti per chi cerca l’avanzamento sul posto di lavoro. 

Sicuramente le spese saranno contenute rispetto al turn over a cui spesso si assiste fra giovani e tirocinanti, e consente al singolo istruttore di integrarsi con il suo Club senza cercare altrove opportunità di lavoro che possano dare soddisfazione.

ERRORE N. 6: NON DISTINGUERE LE ABITUDINI BUONE DALLE ABITUDINI CATTIVE

Oggi parlare di Abitudini è diventata un’Abitudine.

Lasciami passare questa battuta di basso livello, in fondo io e Zelig abbiamo poco in comune. 

Molti non sanno che ci sono due tipi di Abitudini: le abitudini buone e le abitudini cattive. 

Forse la domanda che dovresti pormi è: “Max ma come si fa a distinguere un’abitudine buona da uno cattiva?” 

E’ semplice, basta tenere presente le 3 regole principali per imparare ad usare la leva motivazionale. 

  1. L’Abitudine deve produrre motivazione invece di reprimerla e annoiare

  1. Il beneficio ricavato in termini di “risultati” deve essere maggiore o uguale al tempo impiegato per instillarla

  1. Mai introdurre comportamenti e azioni nella routine del cliente o di un tuo istruttore che non producono risultati tangibili

Come probabilmente sai, io chiamo “costo energetico” tutte quelle spese di energia che non aumentano il tuo livello motivazionale, ma anzi lo abbassano e ti gratificano provvisoriamente ed emotivamente.

A volte è bene concedersi qualche “costo energetico” in più e io sono il primo a farlo.

Ma non a credito. 

Quando voglio acquisire una nuova “skil”, abilità necessaria per un movimento tecnico non forzo i tempi. 

Attendo finché non ho creato i processi mentali che mi servono per acquisirla – con un percorso di allenamenti mirato e progressivo – e poi mi godo i risultati. 

Acquisire un gesto tecnico all’inizio può costare molta fatica, soprattutto per un cliente neofita. 

Devi sempre saper bilanciare la Motivazione con l’abitudine ed il costo energetico per instillarla nel cliente. 

Tutto ciò è possibile realizzarlo con un processo di feedback costanti e programmati come previsto dal lavoro di un buon Consulente Tecnico.

E’ un allenamento, ma non deve mai, ripeto mai, aggiungere overstress al cliente. 

ERRORE N. 7 – DISDEGNARE ATTIVITÀ COME QUELLE DELLA RIUNIONE SETTIMANALE

Anche se a molti imprenditori, nomi quali life coach o mental coach sembrano essere una trovata marketing degli ultimi tempi, la riunione settimanale è una soluzione adottata da numerose imprese che, per migliorare l’attività produttiva o i servizi offerti, si servono di momenti speciali per riportare il Focus sugli Obiettivi di Fondamentale importanza e perché no, ricevere suggerimenti provenienti dal personale. 

Gli istruttori essendo a diretto contatto con l’attività del Club – si pensi agli assistenti di sala, ai consulenti tecnici durante una consulenza, ai PT  –  conoscono meglio di un manager i problemi annessi al Club e possono regalare suggerimenti utili su come ovviare alle discrasie. 

Inoltre, la forte considerazione dell’opinione del personale ha ripercussioni positive sui collaboratori che si sentiranno parte integrante con il Club per cui lavorano. 

Saranno più propensi nell’offrire consigli di ogni tipo e avranno modo di esprimersi in tutta libertà.

ACCENDI  IL CERVELLO PRIMA DI AGIRE

Si, devi prima pensare e poi fare.

Sembra ovvio? Ti assicuro che non lo è.

Leggo e vedo ogni giorno progetti tecnici senza un senso di coerenza, corsi di Group Fitness proposti senza un vero senso di esistere, assistenza e consulenza Tecnica al Cliente esistente sulla carta ma non nella pratica, servizi tecnici che mirano al sensazionalismo ma con poca sostanza. 

Bene, questo non è accendere il cervello. Questo è investire tempo e denaro senza pensare a quello che stiamo facendo.

Controllare le proprie idee e ragionare su tutto quello che ti ho detto in queste righe ti aiuta a ottenere risultati migliori. 

Il resto lo fa l’esperienza, non i guru del Fitness.

Hasta Pronto!!!

Massimiliano

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